Guardando un film ambientato nella Grande Mela vi siete mai chiesti a cosa servono le enormi cisterne sui tetti di New York? In questo articolo trovate tutte le informazioni in merito e un approfondimento sulle bellissime opere d’arte che le decorano grazie al progetto denominato Water Tank Project.
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Cosa sono le cisterne sui tetti di New York?
Le cisterne sui tetti di New York sono enormi serbatoi che possono contenere fino a 38 metri cubi d’acqua e servono per dotare anche gli edifici più alti di acqua corrente alla giusta pressione.
Sono diventate ormai un simbolo della Grande Mela, tanto da venir riprodotte oggi anche su souvenir e t-shirt. Infatti, non tutti forse sapete che la loro invenzione risale a circa 150 anni fa, come del resto i più antichi grattacieli della città. Non a caso, anche se la tecnica è stata modernizzata, vale ancora il principio per cui è la gravità a creare la pressione necessaria per portare l’acqua a tutte le utenze.
Molti grattacieli di New York, infatti, superano l’altezza alla quale un normale sistema idraulico riuscirebbe a fornire adeguata pressione anche ai piani superiori e dunque viene sfruttata la gravità per garantire, non solo una buona pressione dell’acqua a qualunque altitudine, ma anche un’immediata risorsa utilizzabile in caso di incendio.
Se vi state chiedendo come vengono riempite queste enormi cisterne è davvero semplice, ma ingegnoso: le normali tubazioni le riempiono lentamente dal basso, poi la gravità genera la pressione necessaria per far arrivare l’acqua anche ai piani più alti.
Molte cisterne sono realizzate in acciaio o metallo ma un numero considerevole di esse viene ancora realizzato in legno, che è più economico e decisamente più maneggevole. Molti serbatoi costruiti con questo materiale hanno quasi 40 anni, anche se non è facile datarli: infatti, persino quelli di nuova produzione fanno presto a sembrare vecchi, dal momento che il legno utilizzato non viene trattato per non dare odore all’acqua. Il loro aspetto, dunque, può sembrare quasi anacronistico in un contesto metropolitano moderno e tecnologico come la città di New York, ma forse è proprio questo che rende le cisterne così affascinanti e imprescindibili nel panorama urbano, tanto da essere rappresentate nei dipinti di Edward Hopper o nelle vignette di Saul Steinberg, due figure di spicco nel mondo dell’arte statunitense del XX secolo.
Water Tower art
Di certo non dobbiamo immaginare tutti i serbatoi d’acqua come giganti di legno o acciaio scuriti dal tempo e dallo smog che spiccano sui palazzi come gargoyles moderni, anzi!
Nel 2012, infatti Tom Fruin ha rivestito una cisterna che si trova su una piattaforma d’acqua nel quartiere di DUMBO, a Brooklyn, con oltre mille pezzi di plexiglass colorati. Inutile dire quanto sia monumentale e meravigliosa questa installazione, che crea giochi di luce visibili anche da Manhattan e rivoluziona il paesaggio di Brooklyn. Ma, l’opera di Fruin non è solo estetica: l’intento dell’artista è quello di porre l’attenzione sull’importanza del riciclo dei materiali di scarto attraverso la creazione di opere d’arte che siano un tributo alle sculture più famose del mondo (la Saint Chapelle di Parigi, vi dice nulla? 😉).
Fruin non è l’unico che ha voluto dare nuova vita e rendere protagoniste del paesaggio newyorkese le water towers con fini a dir poco nobili.
Con il duplice scopo di richiamare l’attenzione sulla crisi idrica globale e rimodernare al tempo stesso il grigio skyline di New York, nell’estate 2014 viene lanciato The Water Tank Project, un’iniziativa di Word Above the Street: un’organizzazione no-profit dedicata a promuovere la consapevolezza ambientale e la difesa sociale attraverso l’arte. Sia artisti acclamati che semplici studenti delle scuole pubbliche della città si sono quindi adoperati a decorare i serbatoi con opere che rappresentassero l’importanza dell’acqua.
The Water Tank Project è in parte una mostra d’arte, in parte una campagna di sensibilizzazione. Per tutta la durata del progetto, l’arte è stata integrata da una propaganda informativa attraverso programmi educativi, tour pubblici e attività sui social media sostenuti anche da artisti del calibro di Jay-Z e molti altri, al fine di ispirare nuove visioni sulle questioni globali dell’acqua.
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