Andare a New York senza sapere l’inglese
Nell’idea di pianificare un viaggio a New York, uno dei crucci principali (e leciti) che riscontro in molte persone è relativo al fattore linguistico.
L’idea di andare a New York senza sapere l’inglese, oppure sapendo di parlarlo poco e male, può in effetti essere un grande limite alla realizzazione di un viaggio importante come nel caso di New York.
Sicuramente sapersi orientare a sufficienza con l’inglese apre le porte e toglie un sacco di potenziali difficoltà.
Altrettanto sicuro che il totale digiuno dalla lingua inglese è un problema limitante.
La buona notizia è che con un po’ di preparazione e sana strategia, possiamo avventurarci in un viaggio a New York anche se sappiamo poco l’inglese.
Questo articolo vuole trattare più in profondità questo dubbio importante di molti, offrendo approcci, strategie e consigli per limitare al minimo l’impatto di un inglese scarsuccio o arrugginito.
Let’s go! 🙂
INDICE DEGLI ARGOMENTI
Sapere l’inglese a New York
E’ un dato di fatto che molti italiani non sanno parlare inglese, oppure lo conoscono poco e male.
Per poco e male intendo ad un livello che non fa sentire confidenti e sicuri per intraprendere un viaggio importante, oltreoceano, con la tranquillità necessaria per non trovarsi in difficoltà nelle varie dinamiche fisiologiche del viaggio, che sicuramente si presenteranno.
Le ragioni di questo digiuno linguistico sono tante, spesso culturali e parecchio diffuse, e in questo contesto a dire il vero ci interessano poco.
E’ altrettanto fattuale che per visitare una città come New York, metropolitana, dove si parla prevalentemente inglese, sapersi barcamenare con la lingua è un fattore determinante.
Negli Stati Uniti D’America si parla Inglese Americano, che è fondamentalmente inglese, con qualche lieve desinenza che lo fa differire dall’inglese britannico.
Sempre inglese è.
Pensare di gestire una vacanza a New York senza saper parlare inglese, e senza una strategia e gli strumenti per ovviare a questo, è difficile da ipotizzare.
Ci sono diverse situazioni dove è necessario interagire parlando inglese.
Dai controlli in aeroporto, al chiamare un taxi, fare check-in in hotel, ordinare al ristorante, chiedere informazioni, prenotare un’attrazione, fare shopping in un negozio. Giusto per citare qualche esempio più semplice.
Cercherò ora di darvi qualche approccio e strategia in questo senso.
Da valutare singolarmente, e da combinare assieme per avere più di un supporto durante il viaggio.
Gruppo di viaggio
La prima e principale ancora di salvezza è avere nel gruppo di viaggio almeno una persona che parla inglese, e che possa occuparsi del grosso delle interazioni per tutto il gruppo.
Sicuramente un caso favorevole, statisticamente il più diffuso, che ci toglie il problema più grande e rende di fatto il viaggio tranquillamente fattibile.
Tuttavia anche questa soluzione ha qualche criticità.
In primo luogo stiamo “caricando” di tutta la responsabilità una (o più) persone, per tutto il gruppo.
Responsabilità non solo della generale buona riuscita del viaggio, ma anche della “gestione” delle persone a corto di inglese.
Magari non rappresenta un problema e viene fatto volentieri, ma vi garantisco che per gli “incaricati”, sapere che anche gli altri in qualche modo hanno un minimo di preparazione, è un grande sollievo.
Perché durante il viaggio possono sempre accadere imprevisti fuori controllo, dove le persone magari si trovano a doversela momentaneamente cavare da sole.
Non sto qui a fare l’elenco degli eventi sfortunati possibili, ma restando nel banale se ci pensate anche un semplice perdersi e dover chiedere indicazioni, può accadere tranquillamente.
Quindi, anche se avete in gruppo qualcuno che parla inglese e si occupa del grosso delle vicende durante il viaggio, è bene a mio avviso se tutti i componenti del gruppo si preparano un minimo, magari continuando questa lettura.
Prepararsi un minimo a parlare inglese
La preparazione è l’arma più potente che avete in mano.
Per prepararsi intendo studiare a tavolino alcune situazioni e relativi approcci che permettano ad una persona che non parla inglese, o lo parla poco e male, di mettersi in condizione di poter affrontare un viaggio a New York, o in generale dove si parla inglese.
Non intendo fare un corso di inglese eh, sia chiaro.
Intendo il saper anticipare le situazioni di possibile interazione durante la vacanza – specie quelle più importanti – e studiare quelle, per partire con un minimo di consapevolezza, con qualche strumento a presso (che ora vediamo), e non farci trovare proprio impreparati, evitando situazioni di panico e difficoltà.
Una sorta di cassetta di primo soccorso per comunicare anche senza sapere l’inglese.
Facciamo finta di non avere in gruppo qualcuno che parla la lingua.
E di essere soli, che poi è il caso principale in cui vogliamo fare un viaggio a New York senza conoscere bene l’inglese.
Fare una lista delle possibili interazioni
Chiediamoci, viaggiando un po’ con l’immaginazione: quali sono le situazioni in cui saremo sicuramente (o probabilmente) chiamati ad interagire in lingua inglese?
E per ciascuna, cosa dovremo probabilmente chiedere e cosa dovremo rispondere?
Per quanto non sia così immediato da fare, possiamo fare questo esercizio.
Lo inizio qui, giusto per farvi l’esempio:
- Dare le proprie generalità
- Dire che siete in viaggio turistico dall’Italia
- Dire dove alloggiate durante il viaggio (nome hotel, indirizzo, zona)
- Comunicare un numero di telefono da contattare in caso di problemi (magari quello della persona del gruppo che parla inglese)
- Chiedere ad un autista dell’autobus se quella linea porta dove vi serve
- Dare le indicazioni al driver di un taxi per farvi riportare in albergo (o in un luogo di destinazione che vi serve)
- Interagire in un negozio: chiedere quanto costa? saper capire quando vi chiedono se volete una borsa. Pagare in contanti. Pagare con carta.
- Ristorante e ristorazione in genere: chiedere se c’è posto, vorrei dell’acqua, vorrei un birra, vorrei “qualsiasi cosa”, la cottura del cibo, dov’è la toilette?
- Saper chiedere un caffè espresso, macchiato, e qualsiasi cosa consumiate abitualmente
- Controlli di sicurezza alle attrazioni: cosa portate nello zaino?
- Chiamare i soccorsi: sapere il numero da chiamare, saper dire che avete bisogno di aiuto.
- …
Questa è una lista abbozzata, ma serve per rendere l’idea. Completatela, vedrete che vi aiuta e vi fa sentire più in controllo delle possibili situazioni.
(Ovviamente è impossibile prevedere tutto, ma già farlo per il grosso delle interazioni certe, è grande cosa).
Cosa ce ne facciamo ora di questa lista?
Anzitutto serve moltissimo in generale per mettervi in clima viaggio, e migliora in ogni caso l’organizzazione dello stesso perché vi anticipa alcune dinamiche che potete quindi già prevenire studiando e documentandovi.
Ora vediamo come utilizzarla ai fini della lingua.
Preparare un foglio con le domande già tradotte
Fatta la lista, possiamo prepararci un foglio (che porterete sempre con voi) con le domande già tradotte in lingua inglese.
Potete usare un traduttore di lingua – anche il semplice e immediato Google Translate – e magari se avete l’occasione farle controllare da un conoscente che parla inglese.
Questo vi servirà per evitare di memorizzare tutto – col rischio di vuoti di memoria o errori, specie nelle situazioni poi reali quando si va un minimo in confusione.
Se siamo in difficoltà con la pronuncia, possiamo usare questo foglio preparato per comunicare indicando le domande all’interlocutore, di modo che le legga dal foglio.
Anche se può sembrare goffo, in realtà ci toglie dall’impiccio della pronuncia corretta e di saper farsi capire correttamente.
Anche i propri dati personali, indirizzo di alloggio, numero di telefono da chiamare per emergenze, ecc sono più utili ed immediati se scritti.
Anziché doverli comunicare, basterà farli leggere.
Una buona cosa potrebbe essere di scrivere in inglese una sorta di messaggio, sempre da far leggere, dove in sostanza si dice:
“non parlo bene inglese e faccio fatica a comprendere la lingua, pertanto mi scuso e chiedo collaborazione per aiutarmi a interagire con lei”
Gli americani sono un popolo amico in questo senso. Quando capiscono che di fronte hanno una persona in difficoltà linguistica, si prodigano come possono per darvi una mano. Per cui non abbiate timore di questo approccio.
La tecnologia ci aiuta
20 anni fa, con la tecnologia dell’epoca, sarebbe stato sicuramente più difficile interagire a New York senza sapere l’inglese.
Oggi nei nostri smartphone, anche i più economici, abbiamo a presso una tecnologia capace di fare la differenza nella comunicazione con una lingua che non padroneggiamo.
L’importante è essere consapevoli delle possibilità, e saperle usare un minimo prima di partire, in modo da potercela cavare al meglio quando serve.
Tradurre testo scritto con Google Lens.
Google Lens è una fantastica app di Google, gratuita per ogni smartphone, che può tradurre in tempo reale qualsiasi testo che venga inquadrato dalla fotocamera del telefono.
Tutto ciò che serve è avete una connessione dati a internet, che raccomando vivamente di avere in ogni caso.
Oggi la possibilità non manca con ogni operatore telefonico italiano, o acquistando un piano dati dedicato per l’occasione (info nell’articolo dedicato).
Questa funzionalità è utilissima in tantissime circostanze, provate a pensarci.
- al ristorante per leggere e comprendere il menù, saper leggere piatti, ingredienti ed indicazioni di cottura
- tradurre cartelli, avvisi e scritte di qualsiasi tipo
- nei negozi saper tradurre etichette, descrizione di prodotti
- mezzi pubblici e aeroporti: saper tradurre indicazioni e avvisi
- …
Esempio al ristorante: se avete compreso bene il menù perché tradotto, limiterete di molto il bisogno di interagire col cameriere. Vi basterà anche solo indicare cosa avete scelto, senza dover chiedere cose specifiche per capire di cosa si tratta.
Provatela, prendete confidenza con questa app, che in tasca con voi può davvero fare la differenza e semplificare molto la vita una volta a New York.
Tradurre in generale con google translate
Più in generale, Google Translate vi permette di tradurre al volo qualsiasi cosa scriviate in Italiano.
Pertanto, se nella vostra lista iniziale non avete incluso qualche domanda a cui non avevate pensato, potete prendervi un minuto per tradurla con Google Translate prima di rivolgervi al vostro interlocutore.
Volendo, potete anche fare la domanda mostrando il display del telefono, con la domanda scritta già tradotta, per limitare il disagio della pronuncia.
Addirittura potete usare la funzione per farla dire al telefono (prendendo l’icona relativa), così da assicurare una pronuncia corretta (anche se con la voce sintetizzata del telefono, ma poco importa).
Ovvio che da sola non è sufficiente per farvi sentire sicuri, ma sommata alle strategie precedenti, inizia ad essere una impostazione abbastanza robusta.
Recentemente Google Translate include direttamente la funzionalità di traduzione “visiva” presente in Google Lens.
Pertanto potete anche pensare di fare tutto con questa sola app.
Anche se personalmente trovo Google Lens più precisa per il suo scopo, pertanto solitamente le equipaggio entambe.
Usare l’interprete di Google Translate
Questa è la vera chicca a mio avviso.
Tra le varie funzionalità di questa app, c’è anche la funzione “interprete” (nell’app è chiamata “conversazione”).
Praticamente, se dovete parlare con qualcuno in inglese, dopo aver azionato l’app e attivata la funzione conversazione, voi fate la domanda in italiano, e l’app la traduce in tempo reale e la ripete vocalmente al vostro interlocutore.
Quest’ultimo, quando risponde, parlerà ovviamente in inglese e l’app vi ripeterà subito dopo la risposta tradotta in italiano.
Fantastico.
Può sembrare una cosa un po’ goffa e laboriosa da usare, invece a mio parere una volta prese le misure, diventa una comodità davvero “salvavita” in certi casi.
In quei casi in cui è indispensabile dialogare, e tutti gli approcci precedenti sono per loro natura inadatti e troppo macchinosi.
Anche in questo caso provate l’app prima di partire, fate un minimo di simulazioni e allenamento, cosi da essere subito pronti qualora poi vi dovesse servire.
Dato che la tecnologia cambia il nostro modo di vivere, semplificandolo, vi lascio anche il link per scoprire tutte le altre app utili per New York, indipendentemente dal fattore lingua.
Posso andare a New York senza sapere inglese?
Ora possiamo meglio rispondere a questa domanda.
A mio avviso oggi abbiamo gli strumenti e la conoscenza per poterci organizzare per un viaggio a New York anche se non sappiamo l’inglese, o ne abbiamo solo pochi e arrugginiti rudimenti.
La combinazione degli strumenti e strategie viste – che poi sono tutti approcci fai-da-te, nulla di scientifico – possono riuscire a farci superare la maggior parte degli ostacoli che la mancanza della lingua ci possono presentare.
Fondamentale però rimane la preparazione e un po’ di allenamento prima di partire.
Se installate solo le app, senza prima calarvi nella situazione e fare un po’ di simulazione, quando diventa necessario vi troverete impacciati senza riuscire a venirne fuori, pur avendo di fatto la soluzione in tasca.
Però, alla fine di tutto, la valutazione deve sempre basare sulla vostra sensazione di quanto vi sentite confidenti e sereni nell’affrontare un viaggio a New York senza saper parlare inglese, pur con questi supporti.
Ciascuno di noi, con il proprio carattere, saprà sentire se è pronto ad avventurarsi in una esperienza già di suo importante, e resa ancor più dinamica da questi fattori, oppure se attendere l’occasione di andarci con qualcuno che parla la lingua, o al contrario rinunciarvi.
Il viaggio deve comunque essere piacevole, e non oppresso dalla paura della lingua e di trovarsi in difficoltà.
Molto in questo fattore dipende dalla impostazione caratteriale di ciascuno di noi.
Fate un itinerario su misura
Anche l’itinerario ha la sua importanza a mio avviso quando decidete di andare a New York non sapendo la lingua inglese.
L’itinerario pensato con criterio vi eviterà situazioni poco confortevoli o poco godibili, concentrandovi invece dove potete meglio gestire il tutto.
Quindi magari evitate di fare tour guidati in inglese (anche se vi piacerebbe il tour in se), perché se state leggendo questo articolo probabilmente siete ad un livello dove non godreste l’esperienza. Diverso se avete in gruppo l’interprete, che dovrà prestarsi però a farvi da guida.
Magari evitate di andare a vedere un musical. E’ vero che quando li presento dico che alcuni si godono anche senza parlare inglese – ed è così perché sono coreografici – ma magari visto il contesto evitate di caricarvi di ulteriori “fatiche linguistiche”, preservando tempo e budget per visitare attrazioni che apprezzate maggiormente.
Sceglietevi già ove possibile i ristoranti / locali dove andare a mangiare. Molti su web mettono già il menù, e cosi potete già vedere comodamente da casa cosa mangiare, alleggerendo i compiti di comprensione una volta a New York.
Studiatevi già i percorsi principali che dovrete fare in metropolitana e in bus, riducendo il bisogno di chiedere info o di dover indagare durante il viaggio.
Anche per raggiungere le varie destinazioni, seguendo la vostra tabella di marcia, ha molto senso imparare già il percorso che dovrete fare, almeno la prima tappa quando uscite la mattina dall’hotel.
Tutto ciò che aiuta a ridurre i compiti durante il viaggio, di fatto alleggerisce anche i compiti linguistici, diciamo cosi.
Come vi dicevo, la preparazione è lo strumento più efficace che avete a disposizione.
Esperienza personale
So l’inglese abbastanza bene, o comunque in modo più che sufficiente per muovermi in ogni situazione.
Pertanto non posso darvi una esperienza diretta totale.
Posso però dirvi che anche io uso moltissimo Google Lens per tradurre, perché per quanto sappia la lingua sfugge sempre qualche termine (specie nel cibo), e comunque è comoda ed immediata.
L’esercizio delle situazioni di dialogo l’ho fatto anche io per molto tempo, e lo faccio ogni volta che approccio un viaggio in terra nuova, o magari dove non si parla inglese come prima lingua.
Lo uso proprio come approccio turistico, per non farmi trovare impreparata nelle possibili situazioni.
Pensandoci prima, riesco sempre ad anticipare e coprire le principali situazioni “critiche”. E su quelle mi preparo le risposte, e verifico anche di essere sempre a posto con l’organizzazione del viaggio in relazione a quegli aspetti.
Quando vado a New York con altre persone, di solito sono “quella che parla inglese”, ovvero la responsabile del gruppo.
Ci sono andata con persone che non parlano inglese, e ho cercato di trasferire queste strategie anche a loro, prima di partire.
Non tutti si sono presi la briga di farlo, e la differenza si è vista.
Devo dire che chi invece lo ha fatto, ha vissuto la vacanza anche come una esperienza di crescita personale, divertente, che li ha formati per tutti i successivi viaggi che andranno a fare.
Nel caso invece siate senza supporto di qualcuno che parla inglese, diventa fondamentale prepararsi in questo senso, fino a sentirvi pronti per il vostro viaggio 🙂
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